Costantine (Algeria Francese) 1915 – Cerbère 1983

Alfred “Artem” Nakache, conosciuto anche come “il nuotatore di Auschwitz” nasce a Costantine nell’Algeria francese il 18 novembre del 1915 da genitori ebrei; è l’ultimo di undici figli. Inizia la carriera sportiva nella vela, passa poi al nuoto partecipando alle gare locali. Nel 1933 esordisce nel suo primo Campionato di Francia e in seguito si trasferisce a Parigi per continuare a studiare e a nuotare. Ai campionati nazionali del 1934 si classifica secondo nei 100m stile libero, viene selezionato per la rappresentativa nazionale e nel 1936 insieme a Jean Taris, Rene Cavalaro e Diener, batte il record europeo della 4×200. Nella stessa gara alle Olimpiadi di Berlino con Jean Taris, Rene Cavalaro, Christian Talli si classifica quarto davanti alla staffetta della Germania. Nel 1937 consegue il diploma e nel 1938 abbandona il suo club il “Racing Club de France” per aver subito insulti razzisti e antisemiti. In questo periodo presta il servizio militare e si iscrive, insieme alla moglie Paula (ebrea) sposata nel 1937, all’Istituto Superiore di Educazione Fisica. Quando Philippe Petain abolisce il decreto Cremieux (che concedeva la cittadinanza francese a coloro che provenivano dalle colonie francesi) Alfred Nakache, come ebreo d’Algeria, perde la nazionalità francese e insieme alla moglie deve lasciare l’insegnamento. Si trasferiscono con la figlia nella zona franca di Tolosa dove, con la società “Toec Dolphins Toulouse”, continua l’attività natatoria ottenendo sempre ottimi risultati nelle gare a stile libero e a rana. Nel novembre del 1943 viene arrestato e dopo essere stato incarcerato nelle prigioni di Saint-Michel e Drancy, con il treno n. 66 del 20 gennaio 1944, viene deportato ad Auschwitz, sono con lui la moglie Paula e la figlia Annie, di due anni, subito uccise nelle camere a gas. Alfred Nakache diventa il “nuotatore di Auschwitz”: per il divertimento dei suoi aguzzini è costretto a tuffarsi nelle gelide acque di un bacino ghiacciato e raccogliere le pietre lanciate sul fondo dalle guardie del campo. Viene trasferito a Buchenwald e liberato tra la fine del 1944 e l’inizio del 1945. Dopo la guerra ritorna a Tolosa dove riprende l’attività agonistica con l’aiuto della seconda moglie, raggiunge nuovamente i livelli più alti e partecipa alle Olimpiadi di Londra del 1948. Muore a Cerbère il 4 agosto del 1983. Sulla lapide accanto al suo nome compaiono anche i nomi della prima moglie e della figlia scomparse.