Stettino 1904 – Brandeburg-Gorden 1944 Werner Seelenbinder è nato a Stettino il 2 agosto del 1904. Era uno fra i più quotati atleti tedeschi di lotta greco romana. Inizia ad avvicinarsi all’atletica pesante nelle palestre di Bezirk Neukölln, un sobborgo situato nella periferia meridionale di Berlino, che negli anni venti era una zona prevalentemente proletaria. Seelenbinder in quel periodo inizia a lavorare come muratore e poi stabilmente come falegname, si iscrive all’Arbeiterathletenbund, associazione sportiva legata ai partiti di sinistra. Pur rappresentando una minaccia per il regime a causa delle sue idee politiche, la sua validità come lottatore impedirà almeno all’inizio che vengano prese misure particolarmente drastiche nei suoi confronti. Dopo il suo primo viaggio a Mosca aderisce al Partito Comunista tedesco e nel 1933 si rifiuta di salutare Hitler durante la consegna della medaglia per una vittoria. Nello stesso anno il Führer forma il primo governo sciogliendo tutte le organizzazioni che fanno riferimento alla classe operaia. Qualche mese dopo a Dortmund Seelenbinder si aggiudica il titolo di campione di Germania, è un beniamino del pubblico e riceve l’ovazione della folla presente all’incontro. Al momento della premiazione viene suonato l’inno nazista, tutti si devono alzare e salutare con il braccio teso. L’atleta rimane immobile e non canta l’inno. Si rivolge verso il pubblico, lo ringrazia, apre il mazzo di rose che gli viene consegnato in qualità di vincitore, lancia loro dei fiori, altri li offre ai suoi avversari. Per questo comportamento gli sarà proibito di partecipare alle manifestazioni sportive per circa un anno e mezzo. Finita la squalifica, partecipa a competizioni sportive all’estero e questo gli permette di trasportare materiale di propaganda legato al Soccorso Rosso Internazionale contro il regime nazista. Dal 1938 inizia la sua vera e propria militanza nella lotta di resistenza, con l’adesione alla formazione di Robert Uhrig, denominata “Robby Gruppe”, movimento la cui maggioranza degli attivisti è comunista e della quale fa parte anche la compagna di Seelenbinder, l’atleta Charlotte Eisenblatter. La donna, arrestata dalla Gestapo nel 1942, muore trucidata nel carcere di Berlino nell’agosto del 1944. Seelenbinder prende parte alle Olimpiadi di Berlino e progetta in caso di vittoria di compiere un gesto eclatante nei confronti di Hitler e del suo regime: “…lo saluterò a modo mio. Se conquisto il podio, farà bene a non presentarsi.” Si piazzerà al quarto posto, ma il suo progetto non passa inosservato, anche perché non aveva fatto niente per tenerlo nascosto. Il 4 novembre del 1942 un blitz delle SS porta in carcere la maggioranza del gruppo Robby, tra cui Seelenbinder, che viene catturato e incarcerato prima nel carcere di Alexanderplatz e successivamente deportato a Grossbeeren. Nel lager viene torturato affinché riveli i nomi dei compagni latitanti, ma non cede alle violenze e ad un compagno incarcerato, con imputazioni meno gravi e con più possibilità di sopravvivenza, confida: ”…se mai riuscirai a tornare a casa toccherà a te raccontare ciò che abbiamo vissuto. Devi dire tutta la verità soprattutto ai giovani. Solo così, forse non si ripeterà più”. Scrive al padre: “Spero di essermi guadagnato un posto in qualche cuore, tra gli amici e i compagni di sport. Questo pensiero mi rende molto orgoglioso: ti prometto che sarò forte”. Il 24 ottobre 1944 nel campo di concentramento di Brandeburg-Görden un gruppo di detenuti viene portato ad assistere ad un’esecuzione, tra i condannati si distingue uno che, nonostante l’eccessiva magrezza, mostra un fisico che nel passato doveva avere avuto un’eccezionale forza, egli si gira verso i compagni che osservano il mesto corteo e grida: “Compagni, oggi noi saremo ammazzati. Ma voi resisterete. Morte a Hitler: salutateci l’Armata Rossa”. Il detenuto è Seelenbinder che in quel momento ha quarant’anni. Risalta sull’ancora potente seppur magrissimo torace, il triangolo rosso dei deportati politici. Sarà decapitato. Il 29 luglio 1945 l’urna con le sue ceneri viene sepolta presso il suo vecchio club sportivo e lo stadio nella Germania Ovest sarà intitolato alla sua memoria. Nel periodo della guerra fredda, essendo lui comunista, lo stadio viene rinominato “Stadium Neukölln”. Nella Germania dell’est invece diverse scuole e vie vengono intitolate a lui. Il 24 ottobre del 2004, in occasione del sessantesimo anniversario della morte, lo stadio “Neukölln” viene ribattezzato ancora una volta in suo onore: “Werner Seelenbinder-Stadium”.